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sabato 21 novembre 2015

Obsolescenza programmata

Oggi ho deciso di inaugurare una nuova sezione chiamata "Obsolescenza programmata" (OP), ovvero di quella pratica messa in campo dalle ditte produttrici per abbreviare la durata dei beni di consumo, rendendoli inutilizzabili, inefficienti o obsoleti, cercando così di creare (...oserei dire - pilotando così) la domanda per nuovi prodotti.

Non mi dilungo troppo su tale pratica, lasciando al lettore di documentarsi sulle tante informazioni presenti in rete o su libri dedicati all'argomento.
Ma, evitando di parlare astrattamente, chi non ha avuto esperienza del fatto che i televisori di oggi durano meno di quanto durava la vecchia tv a tubo catodico?
O che una lavatrice "moderna" non ha la stessa durata di quella di 20 anni fa?
Il messaggio pubblicitario - poi, non ci suggerisce di comprare una nuova auto, un nuovo smartphone, un nuovo frigorifero perché... è il più innovativo mai creato e che non puoi fare a meno di non averlo?
Anche se poi di fondo, il prodotto "innovativo" svolge sostanzialmente le stesse funzioni di quello in nostro possesso, che sono le stesse di quelle per cui è stato creato anni prima.
Un'auto è sempre un'auto, che essenzialmente serve per trasportare cose o oggetti da una parte all'altra.

Dunque, cosa c'entra l'Obsolescenza programmata con questo blog?


Voglio documentare alcune mie esperienza dirette sull'argomento e sui danni che esso comporta.

Qualche giorno fa, nel mio lavoro, mi sono imbattuto in un computer "vecchio" di un tre anni, che improvvisamente aveva smesso di funzionare.
Aperto il Case del PC ho trovato questa sorpresa

Supporto ventola CPU - AMD

Si era rotto l'aggancio del supporto ventola CPU di un processore AMD, e questo aveva procurato un crash di sistema.
Il telaio di supporto è in materiale plastico, nonostante sta a stretto contatto con un processore che in utilizzo, mediamente ha una temperatura di più di 50°.

Quanto pensate possa resistere in tale condizione?

Ovviamente il formato del supporto è diverso per ogni modello di piastra, che inevitabilmente non sarà più neanche prodotta dopo poco tempo (due-tre anni... un eternità) e si rischia di non trovare il ricambio per tale pezzo.

Risultato?

Bisogna buttare una scheda madre che fino a poco tempo prima funzionava perfettamente, per un difetto non imputabile alla piastra stessa.
Ovviamente, temporaneamente ho risolto così


con una fascetta di serraggio che aggancia il gruppo ventilazione e lo fissa al processore.

Almeno ho allungato di un po' la vita al computer, evitato inutili spese per prodotti e riconfigurazioni software, altrimenti sostenute se avrei dovuto sostituire la scheda madre (funzionante).

Questa volta l'OP non ha avuto la meglio.


L'Obsolescenza non propone progresso ed ha poco di innovazione tecnologica.

Per gli altri articoli sull'Obsolescenza programmata clicca qui.


lunedì 9 novembre 2015

(L)Ubuntu - Somma hash non corrispondente

Stamattina dal terminale, dando il comando:
  • sudo apt-get update
per poi fare l'aggiornamento dei pacchetti di sistema, ho ricevuto un messaggio di errore del tipo "Somma hash non corrispondente" riferito ad alcuni pacchetti di installazione di Lubuntu

W: Impossibile recuperare gzip:/var/lib/apt/lists/partial/archive.canonical.com_ubuntu_dists_trusty-updates_universe_binary-i386_Packages Somma hash non corrispondente

Solitamente tale situazione non è un problema e può dipendere da un momentaneo intoppo nei server da cui si vanno a scaricare gli aggiornamenti.
Tant'è che spesso il problema si risolve da solo ritentando l'aggiornamento più tardi.

Se invece il problema persiste o si vuole procedere comunque all'aggiornamento, è possibile reinizializzare le informazioni sui pacchetti - che magari si sono corrotti durante i precedenti aggiornamenti, cancellando tutto quello che è presente nella cartella /var/lib/apt/lists
  • sudo rm -r /var/lib/apt/lists/*
cancellando poi la cache dei pacchetti
  • sudo apt-get clean
e caricando di nuovo le informazioni di aggiornamento
  • sudo apt-get update
Nota: è possibile dare direttamente tutti i comandi in un unica volta
sudo rm -r /var/lib/apt/lists/* && sudo apt-get clean && sudo apt-get update.
Verranno eseguiti in sequenza, attendendo il corretto esito di quello precedente (parametro &&).

A volte, può capitare che nonostante sia stata eseguita la sequenza descritta sopra, il problema ancora permane.
E' possibile, in extrema ratio, cambiare i server sorgenti dei pacchetti, da quelli italiani a quelli Principali.
Da Gestione pacchetti (Synaptic) o Ubuntu Software Center, modificare Repository o Sorgenti software.

Server ed Aggiornamenti - Gestore Pacchetti

Scegliere Server principale, dare la password e ricaricare le informazioni sui pacchetti.
Il problema nel mio caso è stato risolto.
Nulla ci vieta in seguito di tornare di nuovo ai Server in Italia.
Alla prossima