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mercoledì 23 dicembre 2015
sabato 21 novembre 2015
Obsolescenza programmata
Oggi ho deciso di inaugurare una nuova sezione chiamata "Obsolescenza programmata" (OP), ovvero di quella pratica messa in campo dalle ditte produttrici per abbreviare la durata dei beni di consumo, rendendoli inutilizzabili, inefficienti o obsoleti, cercando così di creare (...oserei dire - pilotando così) la domanda per nuovi prodotti.
Non mi dilungo troppo su tale pratica, lasciando al lettore di documentarsi sulle tante informazioni presenti in rete o su libri dedicati all'argomento.
Ma, evitando di parlare astrattamente, chi non ha avuto esperienza del fatto che i televisori di oggi durano meno di quanto durava la vecchia tv a tubo catodico?
O che una lavatrice "moderna" non ha la stessa durata di quella di 20 anni fa?
Il messaggio pubblicitario - poi, non ci suggerisce di comprare una nuova auto, un nuovo smartphone, un nuovo frigorifero perché... è il più innovativo mai creato e che non puoi fare a meno di non averlo?
Anche se poi di fondo, il prodotto "innovativo" svolge sostanzialmente le stesse funzioni di quello in nostro possesso, che sono le stesse di quelle per cui è stato creato anni prima.
Un'auto è sempre un'auto, che essenzialmente serve per trasportare cose o oggetti da una parte all'altra.
Voglio documentare alcune mie esperienza dirette sull'argomento e sui danni che esso comporta.
Qualche giorno fa, nel mio lavoro, mi sono imbattuto in un computer "vecchio" di un tre anni, che improvvisamente aveva smesso di funzionare.
Aperto il Case del PC ho trovato questa sorpresa
Si era rotto l'aggancio del supporto ventola CPU di un processore AMD, e questo aveva procurato un crash di sistema.
Il telaio di supporto è in materiale plastico, nonostante sta a stretto contatto con un processore che in utilizzo, mediamente ha una temperatura di più di 50°.
Quanto pensate possa resistere in tale condizione?
Ovviamente il formato del supporto è diverso per ogni modello di piastra, che inevitabilmente non sarà più neanche prodotta dopo poco tempo (due-tre anni... un eternità) e si rischia di non trovare il ricambio per tale pezzo.
Risultato?
Bisogna buttare una scheda madre che fino a poco tempo prima funzionava perfettamente, per un difetto non imputabile alla piastra stessa.
Ovviamente, temporaneamente ho risolto così
con una fascetta di serraggio che aggancia il gruppo ventilazione e lo fissa al processore.
Almeno ho allungato di un po' la vita al computer, evitato inutili spese per prodotti e riconfigurazioni software, altrimenti sostenute se avrei dovuto sostituire la scheda madre (funzionante).
Questa volta l'OP non ha avuto la meglio.
L'Obsolescenza non propone progresso ed ha poco di innovazione tecnologica.
Non mi dilungo troppo su tale pratica, lasciando al lettore di documentarsi sulle tante informazioni presenti in rete o su libri dedicati all'argomento.
Ma, evitando di parlare astrattamente, chi non ha avuto esperienza del fatto che i televisori di oggi durano meno di quanto durava la vecchia tv a tubo catodico?
O che una lavatrice "moderna" non ha la stessa durata di quella di 20 anni fa?
Il messaggio pubblicitario - poi, non ci suggerisce di comprare una nuova auto, un nuovo smartphone, un nuovo frigorifero perché... è il più innovativo mai creato e che non puoi fare a meno di non averlo?
Anche se poi di fondo, il prodotto "innovativo" svolge sostanzialmente le stesse funzioni di quello in nostro possesso, che sono le stesse di quelle per cui è stato creato anni prima.
Un'auto è sempre un'auto, che essenzialmente serve per trasportare cose o oggetti da una parte all'altra.
Dunque, cosa c'entra l'Obsolescenza programmata con questo blog?
Voglio documentare alcune mie esperienza dirette sull'argomento e sui danni che esso comporta.
Qualche giorno fa, nel mio lavoro, mi sono imbattuto in un computer "vecchio" di un tre anni, che improvvisamente aveva smesso di funzionare.
Aperto il Case del PC ho trovato questa sorpresa
Si era rotto l'aggancio del supporto ventola CPU di un processore AMD, e questo aveva procurato un crash di sistema.
Il telaio di supporto è in materiale plastico, nonostante sta a stretto contatto con un processore che in utilizzo, mediamente ha una temperatura di più di 50°.
Quanto pensate possa resistere in tale condizione?
Ovviamente il formato del supporto è diverso per ogni modello di piastra, che inevitabilmente non sarà più neanche prodotta dopo poco tempo (due-tre anni... un eternità) e si rischia di non trovare il ricambio per tale pezzo.
Risultato?
Bisogna buttare una scheda madre che fino a poco tempo prima funzionava perfettamente, per un difetto non imputabile alla piastra stessa.
Ovviamente, temporaneamente ho risolto così
con una fascetta di serraggio che aggancia il gruppo ventilazione e lo fissa al processore.
Almeno ho allungato di un po' la vita al computer, evitato inutili spese per prodotti e riconfigurazioni software, altrimenti sostenute se avrei dovuto sostituire la scheda madre (funzionante).
Questa volta l'OP non ha avuto la meglio.
L'Obsolescenza non propone progresso ed ha poco di innovazione tecnologica.
Per gli altri articoli sull'Obsolescenza programmata clicca qui.
lunedì 9 novembre 2015
(L)Ubuntu - Somma hash non corrispondente
Stamattina dal terminale, dando il comando:
W: Impossibile recuperare gzip:/var/lib/apt/lists/partial/archive.canonical.com_ubuntu_dists_trusty-updates_universe_binary-i386_Packages Somma hash non corrispondente
Solitamente tale situazione non è un problema e può dipendere da un momentaneo intoppo nei server da cui si vanno a scaricare gli aggiornamenti.
Tant'è che spesso il problema si risolve da solo ritentando l'aggiornamento più tardi.
Se invece il problema persiste o si vuole procedere comunque all'aggiornamento, è possibile reinizializzare le informazioni sui pacchetti - che magari si sono corrotti durante i precedenti aggiornamenti, cancellando tutto quello che è presente nella cartella /var/lib/apt/lists
A volte, può capitare che nonostante sia stata eseguita la sequenza descritta sopra, il problema ancora permane.
E' possibile, in extrema ratio, cambiare i server sorgenti dei pacchetti, da quelli italiani a quelli Principali.
Da Gestione pacchetti (Synaptic) o Ubuntu Software Center, modificare Repository o Sorgenti software.
Scegliere Server principale, dare la password e ricaricare le informazioni sui pacchetti.
Il problema nel mio caso è stato risolto.
- sudo apt-get update
W: Impossibile recuperare gzip:/var/lib/apt/lists/partial/archive.canonical.com_ubuntu_dists_trusty-updates_universe_binary-i386_Packages Somma hash non corrispondente
Solitamente tale situazione non è un problema e può dipendere da un momentaneo intoppo nei server da cui si vanno a scaricare gli aggiornamenti.
Tant'è che spesso il problema si risolve da solo ritentando l'aggiornamento più tardi.
Se invece il problema persiste o si vuole procedere comunque all'aggiornamento, è possibile reinizializzare le informazioni sui pacchetti - che magari si sono corrotti durante i precedenti aggiornamenti, cancellando tutto quello che è presente nella cartella /var/lib/apt/lists
- sudo rm -r /var/lib/apt/lists/*
- sudo apt-get clean
- sudo apt-get update
Nota: è possibile dare direttamente tutti i comandi in un unica volta
sudo rm -r /var/lib/apt/lists/* && sudo apt-get clean && sudo apt-get update.
Verranno eseguiti in sequenza, attendendo il corretto esito di quello precedente (parametro &&).
A volte, può capitare che nonostante sia stata eseguita la sequenza descritta sopra, il problema ancora permane.
E' possibile, in extrema ratio, cambiare i server sorgenti dei pacchetti, da quelli italiani a quelli Principali.
Da Gestione pacchetti (Synaptic) o Ubuntu Software Center, modificare Repository o Sorgenti software.
Scegliere Server principale, dare la password e ricaricare le informazioni sui pacchetti.
Il problema nel mio caso è stato risolto.
Nulla ci vieta in seguito di tornare di nuovo ai Server in Italia.Alla prossima
domenica 26 aprile 2015
10 utilità che "forse" non sai sulla Bash shell di Linux
La Bash è una Shell testuale utilizzata nella maggior parte dei sistemi Linux per impartire comandi via terminale.
Permette di eseguire comandi più particolareggiati ed interagire maggiormente con i programmi in esecuzione.
In questo post voglio elencare una serie di funzionalità ed utilità che ci consentono di essere più produttivo nel lavoro frequente col terminale.
Nota: Il post non vuole essere una guida esaustiva sui comandi o sulle funzioni della Bash.
Per questo rimando all'ottima guida di Machtelt Garrels, tradotta in italiano e pubblicata al seguente indirizzo: Guida bash 1.11.pdf
Ecco l'elenco di 10 utilità della Bash.
1 - Premendo il tasto tab durante la digitazione, si avrà l'auto-completamento del percorso o del comando in fase di scrittura.
- es. cd /et [tab] → si autocompleta in cd /etc/
- es. ls [tab] → il sistema ci restituisce l'elenco dei comandi filtrati per le iniziali "ls"
ls lsb_release lsinitramfs lspci lsusb
lsattr lscpu lsmod lspgpot
lsblk lshw lsof lss16toppm
Muovendo le frecce direzionali verso l'alto o il basso, si scorre nella cronologia dei comandi eseguiti.
Tutta la cronologia è memorizzata in righe di testo in un file nascosto chiamato .bash_history presente nella Home dell'utente.
Nota: In alcune distribuzioni potrebbe non essere presente il file di configurazione .bashrc nella Home dell'utente. Per crearlo, eseguire una copia da /etc:
cp /etc/bash.bashrc ~/.bashrc
e renderlo operativo attraverso il comando:
source ~/.bashrc
3 - Per ricercare un comando già impartito e presente in cronologia basta eseguire la combinazione CTRL-r e cominciare a digitare quanto desiderato.
Il sistema cercherà la prima occorrenza di quanto digitato a ritroso nella cronologia.
Per continuare a sfogliare secondo il filtro, continuare a premere CTRL-r.
CTRL+c cancella la ricerca. ESC permette di editare il comando mostrato.
Se si vuole invece eseguire il comando mostrato a display, premere Enter.
4 - Il comando History elenca i comandi eseguiti.
Se si vuole navigare attraverso la cronologia, si può far seguire il pipeline | ed il comando less
- es. history | less
Per eseguire direttamente un comando senza scriverlo, è possibile richiamarlo digitando il numero corrispondente (elencato nel listato mostrato precedentemente) con la preposizione !
- es. !155 per eseguire il 155esimo comando
5 - Nella Bash è possibile impostare degli alias che abbreviano la digitazione di comandi magari con molteplici opzioni.
- es. digitando ll (elle elle) la mia distribuzione Linux mi restituirà l'elenco di tutti i files in unica colonna nel formato esteso (opzione -alF)
Per impostare un nuovo "alias", digitare
- alias cdh='cd ~' per andare direttamente nella home dell'utente
Per renderlo definitivo, inserirlo in uno dei files di configurazione che vengono letti all'avvio della Bash, ad es. nel file .bashrc presente in Home utente.
6 - Aggiunta della pipeline | e del comando more per elencare il risultato di comando una schermata alla volta
- es. ls -l | more
7 - Per indirizzare (memorizzare) il risultato di un comando in un file di testo, utilizzare l'oggetto ">"
- es. ls *.doc > elenco_doc.txt
Il doppio segno di maggiore ">>", accoda altre informazioni ad un file esistente.
8 - Per eseguire un comando e disimpegnare la shell, digitare il comando seguito dall'oggetto "&"
- es. firefox &
- es. cd ~ ; ls
- es. sudo apt-get update && sudo apt-get upgrade
- es. pwd
/home/tecnopassopasso
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giovedì 23 aprile 2015
Cambio nome macchina di un PC Linux-dotato
Vi è mai capitato di installare una nuova distribuzione Linux, di lasciare il nome della macchina così come suggerito di default e magari successivamente - per esigenze tecniche - voler attribuire a quella macchina un nome più significativo?
Oppure di clonare una installazione Linux completa e funzionante ed adeguare il nome della macchina al servizio che essa svolge?
Il nome della macchina - o hostname - è il nome che identifica un computer in una rete.
Per conoscere il nome della propria macchina è possibile digitare da terminale il comando:
Modifica del nome sulle versioni di Linux tipo Red-hat e simili
Per cambiare il nome alla macchina corrente, basta digitare il comando:
Solo al riavvio del sistema il nome sarà cambiato su tutti i file di configurazione e sarà attivo.
Modifica del nome sulle versioni di Linux "Debian-based"
Il nome dell'host è riportato nel file di configurazione /etc/hostname.
Per cambiarlo, basta scrivere all’interno del file unicamente il nome della macchina, sulla prima riga.
Chiudere e salvare il file.
Per applicare il cambiamento al sistema:
Riavviare la macchina o disconnettere e ricollegare l'utente, per attivare il nuovo hostname.
Fine della procedura.
Oppure di clonare una installazione Linux completa e funzionante ed adeguare il nome della macchina al servizio che essa svolge?
Cambiare il nome della macchina tramite terminale
Il nome della macchina - o hostname - è il nome che identifica un computer in una rete.
Per conoscere il nome della propria macchina è possibile digitare da terminale il comando:
- hostname
E' possibile verificare anche il nome della dell'host all'interno di un dominio - FQDN (acronimo di Fully Qualified Domain Name), aggiungendo il parametro --fqd:
- hostname --fqd
Modifica del nome sulle versioni di Linux tipo Red-hat e simili
Per cambiare il nome alla macchina corrente, basta digitare il comando:
- sudo hostname server-posta
Solo al riavvio del sistema il nome sarà cambiato su tutti i file di configurazione e sarà attivo.
Modifica del nome sulle versioni di Linux "Debian-based"
Il nome dell'host è riportato nel file di configurazione /etc/hostname.
Per cambiarlo, basta scrivere all’interno del file unicamente il nome della macchina, sulla prima riga.
- sudo vim /etc/hostname
Chiudere e salvare il file.
Per applicare il cambiamento al sistema:
- sudo hostname -F /etc/hostname
NOTA: Il nome in precedenza impostato deve essere presente nel file hosts. Se così non fosse si avrebbero delle limitazione nell'utilizzo del comando sudo e nell'impossibilità di accedere alle funzioni amministrative.Digitare quindi:
- sudo vim /etc/hosts
Riavviare la macchina o disconnettere e ricollegare l'utente, per attivare il nuovo hostname.
Fine della procedura.
Ci sono anche tools grafici o Tweak che possono automatizzare le procedure in questione, ma ritengo che per la semplicità dei passaggi ed i pochi interventi da fare, sia superfluo rivolgersi a tali applicativi.
martedì 17 febbraio 2015
Cercare file in Linux (da terminale e non solo)
Ci sono diversi modi per cercare files e documenti in Linux.
Alcuni prevedono un uso del terminale (che già nell'installazione di base ha le funzioni di ricerca su tutte le distribuzioni), altri mediante comodi strumenti con interfaccia grafica che sono legati alla distribuzione installata.
Analizzerò entrambi i sistemi, evidenziando diverse casistiche.
Per una ricerca semplice tramite riga di comando, dove si vuole individuare un files con filtro per date si può digitare:
e poi ricercare tramite il comando "find"
Per abbreviare si può anche sintetizzare utilizzando il seguente comando:
Aggiungendo il comando "| more" si chiede di bloccare l'elenco generato alla schermata del proprio monitor.
CTRL-C per uscire.
Alcuni prevedono un uso del terminale (che già nell'installazione di base ha le funzioni di ricerca su tutte le distribuzioni), altri mediante comodi strumenti con interfaccia grafica che sono legati alla distribuzione installata.
Analizzerò entrambi i sistemi, evidenziando diverse casistiche.
Ricerca tramite terminale
Per una ricerca semplice tramite riga di comando, dove si vuole individuare un files con filtro per date si può digitare:
- touch --date "2010-01-01" /tmp/start
- touch --date "2011-01-01" /tmp/stop
e poi ricercare tramite il comando "find"
- find /data/images -type f -newer /tmp/start -not -newer /tmp/end
Per abbreviare si può anche sintetizzare utilizzando il seguente comando:
- find . -type f -newermt 2010-01-01 ! -newermt 2011-01-01
Il ! sostituisce il -notIl comando sopra scritto cerca in tutti i files della directory dove si è posizionati, filtrando tra le due date.
Aggiungendo il comando "| more" si chiede di bloccare l'elenco generato alla schermata del proprio monitor.
- find . -type f -newermt 2010-01-01 ! -newermt 2011-01-01 | more
CTRL-C per uscire.
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domenica 21 dicembre 2014
Buon Natale e Felice Anno 2015
Albero di Natale da una bottiglia di plastica |
Quest'anno, con la foto di un lavoretto delle mie figlie,
Ti lascio i miei più sentiti Auguri di Buon Natale e di un Sereno inizio 2015,
Giuseppe
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